M. LONGHENA - L. F. MARSILI GEOGRAFO 219 che tutte queste varietà apparissero nell’immagine che egli tentava, e ci riuscì con più che discreta arte. Non c’è volume de’ suoi manoscritti che non abbia qualche carta o qualche schizzo, tanto che chi vuole conoscere la terra — limitatamente a gran parte dell’Europa — come la conoscevano gli uomini del principio del ’700, non deve far altro che scorrere i manoscritti marsiliani ed apprenderà assai di più di quel che sapessero i contemporanei del Marsili. Variamente orientate queste mappe, ma per lo più nel senso nostro, a penna ed a lapis, bene spesso a colori, quasi sempre ben lavorate, con scale assai diverse e con misure diversissime, rispondenti ai paesi che tali carte rappresentano, meritano di essere fatte note — sia pure in un catalogo ragionato — affinchè agli studiosi della geografia e della storia non resti nascosta quest’abbondante e ricca miniera. Altri potrà poi trasportare in pagine e commentare e discutere i dati offerti dai brevi fogli percorsi da linee e coperti da disegni; altri potrà quasi far vivere nella sua prosa le visioni del nobile bolognese che ha voluto lasciar traccia visiva della sua meravigliosa attività viaggiatrice e geografica. Il metodo. Il titolo posto davanti a questa rapida rassegna è quasi troppo pretenzioso : del Marsili geografo si possono scrivere infinite pagine senza per altro giungere a dir di lui tutto quello che si può dire, tant’ è vasto il campo in cui ha lavorato e tanto profonda traccia di sè ha segnata. Ciò che ho scritto è come la linea principale di un lavoro intorno a questa predominante attività marsiliana, quasi l’indice degli argomenti eia trattare poi estesamente e compiuta-mente. Tuttavia a me pare di aver dato modo di sufficientemente apprezzare l’importanza di questo scienziato, offrendo tutti gli specimina della varia sua capacità a trattare argomenti geografici. Nei quali il Marsili non si appaga di portare un po’ di contributo, ma tutti li percorre, li approfondisce, li sviscera ;