446 MEMORIE INTORNO A L. F. MARSILI contribuire per questi 15.000 scudi la di lui quota; ed a pena questo da me pregato, con esemplare prestezza ed amore alle lettere gli diede assenso e consumò lo sborso. 11 Senato sin dal tempo che era Legato il Sig. Card. Origlii e per due anni quasi della legazione del Sig. Cardinale Ruff'o, in possesso di tal contante mai pose mano alle mentovate fabbriche, scusandosi meco il Decano dell’Assunteria che lui chiamava gli assunti e che non venivano, e se si parlava con gli assunti, questi si dolevano di non essere mai chiamati dal medesimo decano. Fra queste procedure e del Senato e della Assunteria, ebbi più volte ricorso al Signor Cardinale Ruffo, e già tutta la Plebe sino di questa lentezza, dopo avere un nuovo aggravio, e gli ecclesiastici stessi più d’ogni uno gridavano, e sempre col dubbio che anche questi 15.000 scudi non andassero giù per il Reno. Nonostante tale lentezza, che palesava un poco buon animo per il proseguimento dell’Instituto, per ragione di Stato del-l’Eccelso Senato, io mai ebbi dubbio che le fabbriche poi non si dovessero assumere, con così forti fondamenti che avrei avuto, da strillare in Roma; feci una rivista per tutto l’Insti-tuto per veliere che Capitali mancavano in esso per il di lui perfetto stato, e quali notizie mi erano necessarie, per dare raccordi come gli esercizii studiosi si dovevano praticare, e per ciò conseguire vidi che non vi era altro espediente che quello dei viaggi in Olanda ed Inghilterra per consultare con quelli eruditi ed avere da essi aiuti per la raccolta de’ Capitali bisognevoli. Nel mio continuato stato di disgrazia della Maestà del-l’Imperatore, conobbi impossibile il viaggio per terra, di modo che mi risolsi, al primo il’Ottobre del 1721, (rimbarcarmi su nav.e inglese per rendermi ad ambi gli emporij di Londra e di Amsterdam, dove nello spazio di 22 mesi, fra viaggi e dimora, mi riuscì di raccogliere quei Capitali che appunto rendevano in uno stato perfetto l’Instituto, e di fare una raccolta d’una intera rara biblioteca, per ricompensa dell'Opera del Danubio; e che sono il fondamento delle mie doglianze, avendo veduto