M. LONGHENA - L. F. MARSILI GEOGRAFO 211 ossatura che forma la parte montuosa e visibile; e se talvolta essa non appare, segno è che su di essa si è distesa quella « cute » varia per spessore e talora assai alta per scorrimenti di materiale dai monti vicini. Poi seguono nozioni — le chiameremo così — di stratigrafia: il Marsili tiene in conto non scarso gli strati, perchè, egli dice, devono essere corrispondenti, e se tale corrispondenza non si incontra, vuol dire che cause hanno determinato le alterazioni. I numerosi scandagli presi — con strumenti che non potevano non essere fonte di errori, primitivi, poco sensibili — permettono al Marsili di tracciare 19 profili, dei quali 8 riguardano la parte dove il lago è più largo. Questi profili — ed in tale attività egli può essere considerato come un pioniere — gli permettono di fare questa affermazione, la cui bontà oggi non può essere messa in dubbio, « le profondità delle acque del lago sono regolate dall’altezza dei monti vicini ». A questa prima affermazione ne segue un’altra, del pari fondata sull’esame dei profili : « il fondo del lago, dov’esso è più angusto, pende verso la riva veronese, cioè verso il Baldo presenta le maggiori profondità ». Senza discutere quanta verità ci sia nelle misurazioni prese (lai Marsili — nel commento al testo da me pubblicato si rettificano le conclusioni a cui è giunto — è pur vero che egli è il primo a dar profili, a ricavar sezioni ed a ragionare su questi dati dell’osservazione e dell’esperienza. II terzo capitolo parla delle acque che si versano nel Garda, che è come un gran nappo che il soverchio scarica nel Mincio. Dei vari fiumi che si gettan nel Benaco tenta di determinare il tributo, per vedere se quel che esso riceve scarica immediatamente nell’emissario, determina la quantità di acqua che il sole fa evaporare, e poi conclude che le acque ricevute per immissari superficiali sono press’a poco uguali a quelle che si scaricano nel Mincio od evaporano : quindi la gran massa delle acque del lago è costituita dalle emissioni delle fonti subacquee, laterali o del fondo, quindi questa gran massa è come in una condizione di quasi immobilità: la natura ha voluto che le acque colmino queste depressioni e la natura per mezzo di queste