L. SIMEONI - LA DIFESA DELLO STATO PONTIFICIO 1708-9 101 Queste azioni ardite ed offensive non erano però nei disegni del papa, e in ogni caso furono frustrate dalla condotta della Francia, die avea abbandonato troppo precipitosamente l’Italia, e, giustamente, si preoccupava dei suoi confini minacciati, ma seguiva sempre la vecchia manovra egoistica di servirsi degli Stati italiani per creare una diversione utile ai suoi fini, pronta poi ad abbandonai^ ai loro destini; 1 era il vecchio metodo di Francesco I, Richelieu, Mazarino e Luigi XIV. E il provocare un conflitto tra papa ed impero e magari l’uso delle armi spirituali era in quel momento assai utile alla Francia che preparava la riscossa con un esercito affidato al Vendóme, e con una fede così sicura nella vittoria da indurre Luigi XIV a voler partecipe della gloria sperata il nipote Duca di Borgogna a cui fu affidato il comando nominale. È noto che fu appunto questa disgraziata risoluzione a guastare la campagna brillantemente iniziata, e a trasformare la battaglia di Oudenarde (11 luglio 1708), che poteva essere solo un insuccesso, in una vera sconfitta, per la ritirata imposta dal Borgogna sfiduciato al Vendóme. * * * Questa era la situazione generale quando Clemente XI risolveva di armarsi, cioè essa appariva così poco nettamente decisa da poter essere rovesciata da un evento improvviso, a cui anche il modesto contributo papale poteva giovare. Quando il Marsili assumeva il comando, avea diritto di contare sulla collaborazione francese (ed egli stesso cercò personalmente di promuo- 1 In Francia si pensava di nuovo nella primavera del 1708 a una Lega dei Principi italiani che avrebbero dovuto fornire determinati contingenti armati come l’avea tentata nel 1701 il card. d’Estrées ; ma solo dopo Oudenarde, nel settembre, fu mandato alle varie corti il Tessè che trovò accoglienze freddissime. La Francia avrebbe fornito J0.000 uomini. Questa ideea della Lega italiana antiimperiale, sotto la protezione di Francia tornava fuori sistematicamente nei momenti di pericolo. Il Marsili si contentava di assai meno, che trattenessero il Daun per qualche mese in Piemonte. A torto il Cose (Storia della Casa d’Austria, IV, 380) ed altri attribuiscono al Papa il tentativo della Lega, che era invece Francese.