A. BALDACCI - I FONDAMENTI BOTANICI ECC. 289 Linneo descrive nella seconda metà del secolo XVIII un centinaio di specie di funghi; quante ne ha raccolte e disegnate o fatte disegnare il Marsili molto più di mezzo secolo prima? Le carte che egli ci ha lasciato portano i disegni a parecchie centinaia e questo è un punto di gran conto per dimostrare la volontà e l’occhio instancabile dell’insigne bolognese. Tuttavia è deplorevole che la « Disserta tio » sia rimasta quasi sconosciuta e nessuno ne parli, mentre costituisce una pietra miliare nella storia della micologia. Quando nel 1714 comparve quest’opera, il Marsili non aveva ancora potuto sciogliere alcuna delle grandi incognite sopra la vita dei funghi per le discrepanze profonde che continuavano a tenere divisi i nauralisti del tempo. Perciò, egli si limita a ricordare ciò che avevano scritto i predecessori, botanici e medici, da Teofrasto e Plinio fino ai contemporanei, i quali cominciarono, benché in numero esiguo e sempre con sospetto, ad ammettere i « semi » nei funghi. Il Marsili ritiene giusto il concetto dei contemporanei di dividere i funghi in tre classi di cui la prima è rappresentata dai funghi che egli considera seminiferi, mentre la seconda è formata da specie che si riproducono dai «'frustuli » (probabilmente i miceli) e la terza ha origine dalla putrefazione di corpi specialmente 'legnosi. Questa credenza, senza che si avesse il coraggio di escludere le due precedenti, era ancora ai tempi del Marsili, come del Malpighi stesso, quella più corrente e rappresentava la più logica interpretazione che si potesse allora sostenere senza farsi cogliere da alcuno. La fama del Malpighi era frattanto diventata altisisma e generalmente apprezzata, nonostante gli oppositori : egli veniva ritenuto come il più competente anche nello studio dei funghi, sebbene a un certo punto, nell’ « Anatome plantarum » sia costretto a scrivere : « Obscu-rissimus mihi est fungorum exortus, et adhuc post multos co-natus ignotus: ut pauca tantum cursim enuntiare possim ad excitandam potius aliorum solertiam, quam ad certa ac vera aperienda ».1 1 M. Malpighi: Anatome Plantarum, II, pag. 66, Londini 1679. 21