438 MEMORIE INTORNO A L. F. MARSILI Il Marsigli nominò suo procuratore certo Signor Biagio Ferrari, e le pretese dell’Assunteria e del Reggimento di Bologna furono sostenute dall’Ambasciatore dei bolognesi presso la Sante Sede. Ci furono conferenze e convegni, il Lambertini prese molto a cuore la cosa, e, come dimostrano le lettere di lui che si conservano fra i manoscritti marsiliani nel Cod. 2013 della Biblioteca Universitaria, diede prova di molto senno, di tatto squisito e di perfetta conoscenza della questione. In seguito alle di lui conclusioni, intieramente favorevoli al Marsigli, la Segreteria di Stato, con lettera 3 Agosto 1726, dava le opportune norme ai Cardinal Legato, perchè venissero accettate, insieme con le donazioni del Marsigli, le condizioni, meglio idonee ad un miglior funzionamento dell’istituto, che il Marsigli aveva proposte. La sola condizione non bene accolta dal Lambertini, perfetto conoscitore degli uomini e dei tempi, fu quella intesa a « levare V ingerenza dell’ Istituto dal Reggi-« mento e darla al Legato », per la considerazione che : « ... col « tratto di tempo, un aiutante di camera del Cardinale Legato « diventerebbe il padrone dell’ Instituto ». Il Marsigli accettò immediatamente la transazione proposta dal Lambertini e gli uffici del Cardinal Legato, ma l’As-sunteria, seppe frapporre curialeschi ostacoli in modo da procrastinare di un altro anno la definitiva risoluzione. Ed in quel frattempo, tante furono le insinuazioni, i libelli a carico del Marsigli, ispirati e propalati da personalità cittadine che avrebbero dovuto mostrare gratitudine al Generale per le generose sue elargizioni a prò degli Studi, e dagli stessi parenti suoi prossimi che appartenevano al Senato ed alla Assunteria di Studio, che al fine il Marsigli, disgustato, dopo aver firmato l’atto di donazione e le nuove costituzioni che assicuravano la defintiva sistemazione dell’ Istituto, dispose la pubblicazione degli « Atti Legali » concernenti la fondazione dell’istituto, e poi lasciò la città e la Patria, e volle perfino rinunziare al nome avito ed allo stemma di famiglia. I particolari di questa vicenda, che si possono ricavare dalla