MEMORIE INTORNO A L. F. MARSILI temente anche più irregolare l’andamento delle curve bati-metriche. Non risultano invece dagli odierni documenti batimetrici i due banchi segnalati dal Nostro e protendentisi nella direzione di maestro: dall’altezza di Fiumicino, a 25-30 miglia dalla costa, sino a Venezia l’uno, ricco di lotto « di sponghe, alcioni di vari colori, piante strane ed altre cose simiglianti alle frutta della terra » ; dall’altezaa di Fano, a quattro miglia dal litto-rale, fino a quella di Pesaro, per riprendere poi a Rimini e prolungarsi, interrottamente, sino di fronte a Magnavacca, l'altro. Evidentemente si tratta di un equivoco: il Marsili, nella rapidità forzata delle sue ricerche scientifiche, scambiò i comuni banchi sottomarini con quel fenomeno, in tutto differente, che nell’Adriatico si produce ad intervalli, talora con grave osta colo per la pesca, e che consiste nella formazione di ingombranti ammassi gleosi per effetto di una proliferazione enorme di piccolissimi organismi. Tocca poi il Marsili della costituzione litologica delle sponde ed accenna ad una raccolta di « tutte le arene de fiumi e torrenti confluenti e dello stesso mare » fatta a comodo del canonico Lelio Trionfetti — bella figura di erudito, filosofo e naturalista, primo presidente dell’ Istituto delle Scienze, con cui il Marsili, che fu suo discepolo, si mantenne lungamente in amichevoli rapporti —: una raccolta ben modesta, ma che sin d’al-lora con la distinzione fra sabbie fluviali e sabbie marine preludeva alla moderna classificazione dei depositi marini nelle due grandi categorie di terrigeni e di pelagici, composti i primi dallo sfasciume delle terre apportato principalmente dai fiumi, i secondi dagli elementi minerali sia di origine tellurica che di provenienza cosmica o prevalentemente dalle spoglie di organismi, quale è, ad esempio, il fango di globigerina, che tappezza una notevole parte del letto oceanico, e sopra tutto dell’Atlau-tico. E passa ben tosto ai moti ed alla vita dell’Adriatico. « Non ho potuto — Egli riferisce in quest’ ultimo capitolo della sua relazione — per mancanza d’instromenti e di tempo impegnarmi alle osservazioni della natura dell' acqua e suoi moti. Dalle informazioni però avute da periti naviganti e da