M. LONGHENA - L. F. MARSILI GEOGRAFO 213 Ieri, ma di dimensioni, in lunghezza ed in larghezza, minori; sì che, cessando le cause esterne, a poco a poco ritorna in perfetta calma anche l'interno. Questi contramoti sono stati verificati di poi e largamente ne parla il Malfer.1 Biogeogralìca è la seconda parte: piante ed animali l’occupano tutta con la loro varietà, con le loro costumanze. Pino al suo tempo scarsa attenzione gli uomini avevano dato alle piante che crescono dentro le acque, ed il Marsili è forse il primo ad occuparsene con cura e con serietà. Ciò che egli aveva fatto per il mare, ripete ora per i laghi: anzi propone che si fìssi quasi una nuova botanica, quella che vuole studiare le piante che nascono, si sviluppano e fruttificano dentro le acque: vera previsione anche questa, anticipatrice di decenni del futuro. d) Le valli. Altro argomento toccato dal Marsili è quello delle valli che sono numerose nel Bolognese e che costituiscono una caratteristica della parte bassa della provincia. L’argomento aveva attirato l’attenzione di non pochi studiosi, specialmente degli studiosi d’idraulica — e Bologna ne aveva avuti molti e valenti — sì che non poteva il Marsili non rivolgere ad esse la sua mente, e vi andò nel 1715 ed anche di poi non come privato, ma per invito del Senato, allo scopo di dar un giudizio sulle proposte avanzate da alcuni matematici circa il rimedio alle frequenti innondazioni. Il Marsili non ha pubblicato quel che ha scritto intorno a questo fenomeno della bassa bolognese, ma la sua « Agri bono-niensis palustris historia » giace ancora manoscritta, in attesa che qualcuno la sollevi dall’obblio, almeno riassumendo le idee principali che essa contiene. Stabilita la equazione fra valle e palude, fissate le varietà dell’acqua che stagna, il Marsili si chiede quale sia la ragione che determina queste formazioni, che sono un non senso, perchè 1 Op. cit., p. 69.