E. BORTOLOTTI - LA FONDAZIONE DELL’ ISTITUTO ECC. 455 le tre arti. Li direttori di questa, che è un numero scelto, alla sorte da quella degli accademici e che con molta applicazione assistono ai studiosi d’ogn’una di queste arti, e senza che questi, ne pure abbiano mai pretesa una minima mercede, quando devono vivere col loro pennello, che per tutto l’inverno sta ozioso, la sera che impiegano a tale caritatevole assistenza. Quando muoiono questi accademici, l’accademia ha il jus di eleggere de’ nuovi che devono essere confermati dal Senato. La Accademia presentò le di lei elezioni ed il Senato le confermò, ma poi il Segretario maggiore li pose una gabella d’un certo denaro per avere l’espedizione, la quale non si volse, e con tutta ragione, pagare dai nuovi eletti soggetti; dimostrando che loro non avevano mercede per tale impiego, che gli era di sommo aggravio, che volentieri soffrivano per servire alla Patria ma che poi non si sentivano di volere maggiormente aggravare la loro povertà col pagamento di quel denaro, col quale potevano vivere qualche giorno con le loro famiglie; di modo che nel corso di 14 anni, essendo mancato il maggior numero degli accademici canonicamente fatti, fra tali pretensioni del Martelli rimane in sospeso anzi in istato periclitante una cosa così bella e così utile. Quando cominciai la mia stamperia con l’intenzione pure di darla all’Instituto, che non feci poi anche per consiglio di qualche senatore dell’istessa Assunteria dell’Instituto e per l’esempio di tanti narrati disordini, ricorsi ai Piedi di Nostro Signore Clemente XI per ottenere un breve per il privilegio di stampare in essa li pubblici avvisi che da Legati si concedeva a qualche stamperia in Bologna, per la quale concessione di presente li due fratelli Sassi lo godono. Un tale utile si soleva calcolare di cento doppie annue. Quell’amoroso pontefice voleva che di presente la mia stamperia entrasse in possesso, il che ricusai per non portare la rovina alla famiglia dei Sassi, e solo contentarmi di un annua pensione dai medesimi di 46 scudi, che attualmente mi passano. Già è noto che donai tuie stamperia al convento di S. Domenico, per la quale attualmente il convento ne fabbrica il vaso fuori di esso, e prima di partire ultimamente da Bologna, volsi consegnare legalmente questo Breve della S. Memoria di Cle