204 MEMORIE INTORNO A L. F. MARSILI nè il suo corso germanico, nè il Danubio rumeno sono considerati se non nelle carte e di sfuggita, dice come ha potuto studiarlo e mostra quale parte ha avuto maggior numero di osservazioni, chè non ugualmente allora era libero, ed alcune parti soggette al turco non era facile esplorare, misurarle e quindi darne fedelmente l’immagine. « Inaequalis fuit fortunae condicio qua labor meus processit in hoc opere colligendo » ; così egli dice, e con queste parole egli indica le difficoltà incontrate, per causa dei Turchi, nel-l’esplorare l’ultima parte del Danubio. Perciò c’ è differenza e nelle carte e nel testo, rispetto allo svolgimento, fra le diverse parti: meno nomi e meno segni nelle carte, più rapide notizie nel testo. Venti carte sono dedicate alla illustrazione di questo rilevante tratto del Danubio — due carte generali e 18 sectiones, e sono mappe fatte molto bene; anche oggi, a parte la maggior esattezza della rappresentazione, esse costituirebbero un non piccolo orgoglio e per il cartografo e per il tipografo. Il disegno è preciso, sicuro, curato, la rappresentazione fine, artistica. Le carte sezionali sono così ricche di particolari che non è necessaria una descrizione per comprendere le tortuosità ed i meandri del fiume: le isole o i tratti di terra rinchiusi fra due rami sono a scala sufficiente per modo che chi esamina la carta non deve fare alcuno sforzo di immaginazione per rappresentarsi il corso del fiume. Non solo i maggiori affluenti, ma anche i minori, non solo le città più popolose, ma anche le più modeste e le fortezze e la varia vegetazione e la varietà della sua frequenza sono rappresentate in queste carte che parlano un linguaggio di grande semplicità e di estrema chiarezza. Il Marsili forse pensando che in qualcuno potesse nascere il sospetto che le tortuosità fossero disegnate « calamo sine lege errante » o « adscititii ornamenti causa » avverte che le varie « flexuras fluminis » le ha determinate tutte per mezzo della bussola, e che anche le cateratte, i vortici, il restringersi e l’allargarsi delle rive non sono segnate ad occhio e croce, ma dopo misurazioni e dopo aver fissato la loro direzione rispetto ai punti cardinali.