G. BRUZZO - l’ OPERA MILITARE E SCIENTIFICA 161 pregevolissima indubbiamente dal lato storico-geografico e intitolata « Physiologicae anima diversiones in Plinianain Villani nuper in Laurent ino detectam, in quibus tuia de novis aggestio-nibus circa Ostia Tiberis; tum de ibidem succrescentibus are-narum tumulis; tum deni-que de herbis et fruticibus in recens aggesto litore suborientibus disseritur », il Lancisi, pigliando occasione dalle alluvioni del Tevere, discorre a lungo dell’azione di trasporto dei fiumi e dei suoi effetti, e in particolare, nel capitolo tredicesimo, dei protendimene della spiaggia, maggiori oggidì che in passato. « Che se nei precedenti secoli tanto accrescimento si fosse fatto di lido, certamente la linea dell’Appennino non avrebbe potuto essere dov’è presentemente, rispetto a Rimini, o il mede simo dovrebbe essere decine e decine di miglia lungi dal mare; il che fermamente avverrà nei futuri secoli, tanto più se si continuerà a coltivare i monti, i quali si abbasseranno e si formeranno vaste pianure. Ciò a mio avviso, è succeduto nella bassa Germania e nella Ungaria, come nelle mie dimostrazioni intorno alla struttura della terra mi lusingo di persuadere; e per avventura l’ardita e non fallace proposizione, che sulla superficie della terra non vi fossero altre pianure che quelle delle valli fra monti. Tutto il piano contenuto tra i vari giri dell’Appennino e dell’Adriatico, il quale ora è il fertilissimo Paese di Lombardia, al tempo de’ Romani non fu mai praticabile dagli eserciti; perciocché egli era una palude chiamata Padusa, ora divenuta un continente sodo e fertile » — evidentemente qui il Nostro confonde la Lombardia con la Padusa, che fu una distesa mal definita di acque stagnanti nella regione del basso Po, come può leggersi nella dotta memoria, una fra le tante che trattano di tale argomento, di Eu. Manfredi dal titolo Notizie di fatto intorno al Reno, al Po, alla Padusa e all’ anti-ca cultura del territorio bolognese — « non tanto perchè Emilio Scauro unì l’acqua del Po in un solo alveo, quanto per la ragione accennata delle terre de monti coltivate e portate da fiumi, poscia con arte ricolte e distribuite da paesani per farne come fatto ànuo fertilissime campagne. La torre Panfilia, che fu da Innocenzo X edificata alla foce del Po 12