L. RAVA - IL CONTE M ARS IOLI E IL CAFFÈ 381 E il Marsigli fu caffettiere! e (come disse) dovette « professar l’arte di cucinar il caffè », e « far il cuoco del caffè in una bottega che si potrebbe equiparare a una bottega delle nostre ». Prima della fine del secolo XVIII non esisteva nè la bottega nè il caffettiere; infatti nella «Piazza di tutte le professioni del mondo (Venezia 1645) il Garzoni di Bagnacavallo 1 non parla dei caffettieri, « pur ricordando ogni sorta di arti e mestieri e professioni, anche le più strane e dimenticate, come acromanti, aromatari, alieti, auguri ballonieri, boccalari, cal-nalesti, formatori di epitafi, optici, profeti, otiosi di piazza, poeti ecc. ». Lasciando la storia del caffè e delle botteghe del caffè, e ritornando a noi, L. F. Marsigli resta unico uomo nella storia, che nato di nobile famiglia, dotto, studioso, viaggiatore, osservatore, fisico, geografo, militare e stratega, abbia parlato con competenza speciale e personale del caffè. Era stato, nelle svariate vicende della sua vita, anche schiavo di un pascià, e cuoco del caffè » alla sua corte, e di più reggitore della Bottega del caffè che il « Bassa » possedeva, e che il gentiluomo di Bologna dovette condurre faticosamente, finché non potè trovare scampo dalla servitù, e riscattarsi dal duro lavoro, per riprender la sua vita operosa di studioso, di scienziato e di militare, nella quale ben altre e dolorose avventure l’aspettavano. A duecento anni dalla morte, l’Italia e l’Ungheria (1730) ricordano oggi le sue dotte opere e i suoi studi. Ed anche questo singolare capitolo della sua vita meritava un ricordo nella città, che gli diede i natali, che ebbe da Lui 1’ « Instituto glorioso delle Scienze », e sempre — con animo grato — l’onorò e l’onora tra i precursori e i maestri che ad essa crebbero fama nel mondo. Luigi Rava 1 Vedi, sul Garzoni e le sue singolari opere, Rava: Ravenna nel Seicento. Bologna 1927, in « Atti R. Deputazione Storia patria delle Ro-magne ».