146 MEMORIE INTORNO A L. F. MARSILI gli «forzi della Santa Sede per sopperire a tanto disagio, poiché erano per lo più resi vani dalla mala amministrazione di una moltitudine di impiegati mal consigliati e spesso infedeli. E pertanto tutti gli ordinamenti risentivano l’influenza di un tale stato di cose, e in particolar modo la milizia. L’armamento difettava sempre più in tutto il dominio della Chiesa, a Roma stessa, a Bologna ed a Ferrara, e le città costiere, se togli Ancona e Civitavecchia, non erano sufficientemente fortificate per resistere ad incursioni nemiche; e talune di esse, come Fano, non avevano alcun presidio. Dovunque poi, nella milizia presidiarla — non diciamo esercito nè marina, perchè erano queste per la Chiesa istituzioni temporanee organizzate soltanto quando si trattava di affrontare e di combattere il nemico — regnavano indisciplina e disordine, poiché molto spesso i presidi, come le truppe in tempo di guerra, erano costituiti di gente raccogliticcia, di oziosi e banditi perdonati, male istrutti e peggio provvisti d’armi. Gli è appunto nel volgere di tali vicende non liete che Clemente XI, mentre inviava il Perretti con una flottiglia verso il Levante, affidò al conte Luigi Ferdinando Marsili la difesa della costa adriatica del proprio dominio, dal Tronto al Po, contro i pirati e contro i turchi, che proprio di que’ giorni tentavano la riconquista della Morea e nello istesso tempo minacciavano seriamente i paesi costieri dello Stato del papa. Questi al Marsili espose le gravi condizioni del momento e commise una spedizione lungo il littorale con lo scopo preciso di fortificare i luoghi di più probabile assalto da parte del nemico e di presidiarli in misura adeguata alla loro importanza. E scelta migliore il papa non poteva fare, poiché il Marsili dava tutto l’affidamento di saper assolvere la missione, a cui era chiamato. Il Conte infatti aveva lunghi anni di esperienza, acquistata sui campi di battaglia, e conosceva per ciò, nonché per gli studi compiuti, l’arte del fortificare non meno che la strategia del condottiero: basta per convincersene la lettura di quelle «Notizie per un trattato di una nuova maniera di fortificare» ch’egli lasciò manoscritte e che con le annesse tavole potrebbero ancora oggidì servire di fondamento per uno studio