B. DUCATI - LA MARINERIA MUSULMANA 183 maona (come una galeazza veneziana), con 26 banchi; orta bastarda, con 26-27 banchi; bastarda (come le veneziane), con 36 banchi. Quanto alla vela ausiliaria. ad esempio la galera aveva quattro vele tutte triangolari: il trinket (di 600 braccia) all’albero di prora; all’albero maestro le altre: il kortaran (1400 braccia), poi passata in disuso perchè non maneggevole; la mezzana (1200 braccia); il burdè (800 braccia), da sostituirsi in tempo cattivo. Gli strumenti nautici prescritti per ogni nave erano: uno scandaglio; una carta nautica; una bussola; un cannocchiale. L’armamento di una galera consisteva in tre cannoni posti in corsia. La. maona era più potentemente armata; aveva quattro cannoni in corsia, due sul castello di prora, due su quello di poppa, due sui fianchi, quattro falconetti sul castello di poppa e sei petriere fra i remi. Venti galere beilery’ erano armate dai comandanti delle isole e luoghi marittimi, i quali, per mantenerle, percepivano sulle popolazioni la decima o ushùr. Le galere zachalè, dovevano essere almeno quaranta in ordine, con sei maone. Navi unicamente a vela erano i galeoni, forniti quasi tutti dalle provincie di Barberia (Libia, Tunisia, Algeria), le quali adoperavano le galere solo pel loro traffico piratesco e mettevamo i galeoni, dietro un certo compenso, a disposizione del sultano. La costruzione di una galera importava la spesa di 1344 talleri. Quanto al personale, è a distinguere quello che potremmo chiamare costiero da quello navigante. Il primo comprendeva gli azzàp, in numero di 1364, fissato dal Kanùn Namè (Regolamento), e divisi in isquadre; erano