66 Libro Terzo. In quorum omnium & fingulorum fidem, acprce.' jmiforum teftimonium , pnesentem nortrum proces-sum > five prsesens publicum inftrumentum exinde fieri juffimus, ac per Philippum de Camuciis No-tarium publicum infrascriptum scribi , subscribí & publicari mandavimus, & noftri consueti figlili ma-joris appofitione muniri juifimus. Aétum & datum Venetiis in Ecclefia S. Callìani prcedidti , pnesentibus R. D. P. Andrea Bono Abbate S, Gregorji de Venetiis Calici. Dloc. & Vie.0 Cartellano , ac egregio & nob. viro D. Francisco Miano de dl&a Contrada S. Cailìani, & aliis te-ftibus ad prasmifla habitis & rogatis &cc. “ 510) E’ certamente degna di compatimento la Romana Curia, Se in quella condizione de’ tempi < re’ quali e per le vicende umane , e per la magnificenza di quella Corte , le spese da sostenersi erano esorbitanti , e senza numero le persone guiderdonare , ella si rivolse alla riservazione de! benefiz; • ¡Via non sono poi degni di scusa quelli , i quali importunissimi al Pontefice, per avere un più dovizioso benefizio lo inducevano a conferirli a persone niente della S. Sede meritevoli. Sono as* sai rari , e forse senza esemplo ì traslati de’ Piovani , da una Parrocchia pingue a una mediocre 0 anche povera. Il zelo della carità non induceva a importunare i Pontefici. Intanto con queste traslazioni si recava dispiacere al Principe, il quale oltre gli altri disordini vedeva privati i sudditi suoi o del premio dovuto al proprio merito, o del gius di eleggersi un Parrocco del proprio genio : e oltre a ciò, quanto era opportuno per la Curia ap^ peliate Dignità primarie nelle Chiese , i Plebanati, tan-