Capo Vili. air no, che le Messe si dicessero propriamente pe* essi, o per 1’ anime de’ loro defonti : ed in tal ca-* j so ancora davano o lasciavano piccole limosine in sussidio dei Ministri . Come questi non avevano ■obblighi di celebrar ogni giorno, nè v’era fissato onorario per i Sacerdoti che la Messa celebravano, e l’obblazion del danaro la quale teneva luo-[go dell’ offerta del pane e del vino, era ancora ¡costume che come quelli dovesse servire al sostentamento de' Ministri Ecclesiastici ; così delle Votive Messe davasi a chi celebrava la Messa porzione del danaro offerto, distribuendosi poi il rimanente . tra ministri come obblazione e limosina. ! 441 ) Talvolta gli offerenti o testatori ordinavano qual Messa si dovesse leggere , come della ladonna , ovvero dei defonti : anzi assegnavano altresì essi quante Orazioni dirsi dovevano, giacché in quei remoti' tempi tali cose erano in arbitrio . Nel 1489 Tomaso Trevisan Speziale dice nel suo testamento: Qui teneatur singula die celebrare Mi s-sam ■ & in omnibus Missis teneatur etiam dicere tres ad minus prò qualibet Mìssa orationes & commemora-tionem prò anima mea, & mortuorum meorum, vi-delicet circa principium , medium & finem Missa. 443) Era dunque quella propriamente un’imitazione dell’ antica costumanza della Chiesa , quando dì tutti quelli che facevano obblazione , ne! Dittici si faceva memoria all’Altare. Tanto è lungi che io censuri questo costume, che anzi inclino a crederlo proficuo se si fosse conservato . Partecipando tutti di quelle offerte senza che tutti dicessero la Messa , minori scandali si sarebbero veduti , e minor mercimonio in questa parte. Circa il