iiS Limo Secondo. dibile, che tale fosse fra noi, quale era generalmente nell’Italia, e quale a un di presso conservasi in sostanza ancora oggidì . Di ciò abbiamo tal monumento in una carta del 819, pubblicata dal Muratori Tom. Ili, Diss. 13. Ego ‘Petrus Dei gratìa Episcopus, qualiter curri consensu Sacerdotum & Arrimc.nos, cioè uomini liberi o ingenui, hu- ]us Lucanie civitati).....ordinare videor te Adri- pertum presbyterum filium Tauli in nostra Ecclesia Sedalem S. Donati, sita prope muro bujus Lucana: ci-vitatis ; ut in tua ut potè state ipsa Ecclesia, una cum casis & omnibus rebus ad cara pertinenti-bus habendum , resedendum , gjnbcrnandum , usufru-ttuandum, & Officiurn Dei diu noUuquc retto mo~ deramine faciendum , & nobis obediendum, sicut nostra lex continet, & unum prandeum nobis, <& sa-cerdotibus nostris singulis annis die Martis de Alba sempcr preparare & dare debeas. Oltre che sono qui rappresentati gli stessi nostri costumi , si osservi , che quel Sedale , o Piovano, riceve propriamente la Chiesa, e non la plebe, sebbene dovesse di questa aver cura , e per quest’ Officio propriamente ricevesse il Beneficio . Ma non era quella per anco una Parrocchia di giusta ragione. Osservano poi Lupi, Tomassino, Muratori, Du-cange ed altri, che facere ojficium diti nottuque, era proprio di tutti i Preti di tutte le Chiese , benché certamente non tutte fossero parrocchiali , Cosa,, sia poi quello che spesso troviamo nei nostri Annalisti, che la tale o tale Chiesa fu fatta Parrocchia , altrove utilmente lo esamineremo : come altresì delle Contrade nostre sarà necessario dire altre cose a luoghi più opportuni, 292)