i2z Libro Secondo, fubs. Non altrimenti che Marziano Vescovo $o» scrive come locum facicns del Vescovo Ecclesia Sederesti<e. Era antico uso fin dal Concilio Ni-ceno I appellare Trovimia la Diocesi del Vescovo o del. Metropolita . Parmi dunque, che Tres-byteri. Trovinciales siano qui i Vicarj Generali di quei Vescovi da essi mandati al Concilio. Comunque sia, egli è evidente, che come ‘JPresbyte-ri Metropolitani significa tutti i Preti appartenenti alla Città o Metropoli d’ Aauileja ; così Tlebanì indica tutti quelli, che appartenevano alle Chiese delle ville o borghi &c. ossia delle Plebi non Urbane, che noi diremmo spreti di Chiesa, e che erano parecchi nelle Battesimali.
  297)	Nello Statuto Veneto lib. I, cap. 2, si dice : ‘Flebani vero Ecclesiarnm suarum res immobiles omnes potermi alienare cum consensi vicinorum, & auffioritate Episcopi. Solo al Cap. IV si statuisce : Qua autem sunt ipsis Ecclesits coberentia , ut potè cimittria & officina ipsarum Ecclesiarum omnino non poterunt alienari , nec ipsa Ecclesia. Questa legge debbe essere antichissima, giacché lo Statuto fu compilato nel 1242 , sotto il D. Giacomo Teupolo, e pure trovansi tante alienazioni eziandio anteriori a questa Data. Niuno penserà mai , che questa legge volesse esclusi quei Preti incardinati , che poi furono appellati Capitolo , tanto più, che nel Cap. Ili, perchè 1 Vescovi possano alienare le cose immobili ricercasi il consenso Ca-nonicorum & Metropolitani -, e nel IV-, pei Metropolitani si esige quello dei SufFraganei. Deono dunque intendersi per Plebani i Capitoli, che dopo il Sec. IX quasi tutte le Chiese aveano . In
fat-