8« L i b R q Secondo.-citer ofimginta. Come pure usava il Rito Fa-inarchino, e di ciò veggasi il de Rubeis nei Monumenti Eccl. Aquil. pag. noS, 1115, ove dimostra, che questo rito non era essenzialmente diverso dall’ antico Romano » e le Brun. ni ) Nel tomo primo della Bibl. Liturgica pag. 57 , il Conte Altan descrive tra gli altri due Csdd. deH’Archivio del Capitolo Aquilejese , che egli reputa scritti alla fine dell’ Vili, o al principio del IX Secolo. Questi sono, Uu Evangeliario dt CircuLo anni di figura oblonga, e un Sacramentario Gregoriano di figura quadrata. Ciò vedere , che in verità i riti Romano e Aquilejese errano in sostanza simili. Si legga quanto vi è detto, come pure quel che diffusamente scrive Le Brun Explic. Miss# t. 2, pag. 118. 222) Il primp cangiamento nel Rito Gradense fra noi ayvenne circa il 1250, a’tempi del Vescovo di Castello Pietro Pino, famiglia allora 31 S. Cassiano . Egli, secondo che attesta Angelo Maria nell’Ughelli V, 1168, De conscnsu omnium Tlebanorum, & consilio Canonicorum sua Ecclesie Caflellanx, fecit Ordinarium quoad Officium divi-mm, & ad ceremonias totius anni, quo nmc Ecclesia Castellana utitur, ut videtur in principio. Scriveva Angelo Maria sul principio del Sec.XVI, e citando il principio dell’ Ordinario, che attestava essersi fatto per comando di Pietro Pino , non può non credersi a quello Scrittore per altro pelle antichità poco accreditato. Il Patriarca Angelo (tre ve ne furono nel 1107, 1255, i3lO0 in un suo Concilio ordinò: Super ordinatane & conformai ione divini officii, quidquid per nos fuerit ordi-