Capo i V. gì dette con voce greca Basilica , vocabolo che suo* na lo stesso. Fenedo. Portiera di color veneto, cioè azzuro, yerde, ovvero blò, Corona. Sono lumiere o cerchi di metallo sospe-< si orizontalmente dai tetti , o da qualche trave, e ripieni di lumicini o candele . Diconsi da noi chicche. L’uso in Venezia resta ancora oggidì nelle case o scuole degli Ebrei, che le appellano lucerne . Cesendelli . Sono appunto quei lumicini, i quali ardono nelle Corone , così detti dalle cicindele, cioè da quelle bestioline che rilucono la notte sui prati, e che noi appelliamo lusarioi * e i Toscani Lucciole. Times . Sono Tabernacoli , o custodie mobili preziose, torreggiami, nelle quali anticamente ponevano l’Eucaristia , soprattutto quando dal Secretorio a Sagrisiia la portavano all’ Altare del Sa-grifizio, 'Patena, così dette quasi patina , perchè pate-bant. Erano dischi o bacini con lembo alto, grandi assai e assai capaci > ne’ quali ponevasi il pane consacrato nelle comunioni dei Fedeli. 7^ergula, Trave dinanzi agli altari, da cui pendevano le Corona . Nelle Chiese che ancora fra noi l’hanno , suole oggidì provisi sopra un Cro^ cefisso. Veda. Stoffa o manto di seda per lo più usato per coprire gl’Altari e Corpi de’Santi . Talvolta erano tessute d’argento o d’oro. Carni sia. Oggidì Cantisi. Braga. Oggidì Cotte, così dette dalla greca parola