Capo Vili.	5.17
  stitutiene, 4uod. nullus Sacerdos in nostra civitate & discesi eodem die misscim celcbret bis confidando MSacram Euckaristiam , excepto sacratissimo die na~ Imivitatis D. 1>{- J- C. Ad hujus autem nostra Con-Wstitutionis observantiam omnes & singulos, prasen-tfcs & juturos, etiamsi Pontificali fulgeat dignita-mtc, trina canonica, monitione in Domino monemus vL't obsecramus sub pana interdigli ingressus Eccle-$i<e, quarn ipso fatto volumus incurrne omnes inobe-dicntes & transgressorcs, pana alia arbitraria pu-riendos secmdum quod nobis , & successoribus' no-stris vidcbitur opportunum.
 (H36) Quelle parole etiam si pontificali fulgeat dignitate, mi fanno sospettare, che qui parli un Patriarca di Grado, e non un Vescovo di Castel*-
  lo	, Nel titolo de Celeb. Missar. in quella Rac-jJblta di Costituzioni dassi pure il titolo di Vescovo Castellano a Egidio , il quale era Patriarca Gradense, niun Egidio trovandosi, o esservi potendo Vescovo di Castello in quella età . Se ciò sia vero , avremo due notizie del Patriarca Angelo il quale resse dal 1310 al 1313* la prima, che egli era Angelo Correr , l'altra che ft:ce delle Costituzioni Sinodali. Comunque sia , quando bene vogliasi essere il Vescovo di Castello, dalle parole della medesima Costituzione risulta, che ancora prima del 1380 erasi tolto il costume di celebrar più Messe . Sembra però , jt*flie questo non siasi fatto se non dopo il 1330 , ■se quella Costituzione è del Vescovo di Castello j ■oppure se ella è del Patriarca , bisogna dire che »non siasi osservata , perchè altramente il prete
■	^Ermolao con tanta indifferenza non avrebbe potu-