Capo» Vili. 143 godono Mansionarie quotidiane, quante volte loro capitano prender Messe da’devoti, ovvero dal-I le Sagrestie, facendo supplire là propria Mansio-■ naria da altri Sacerdoti, talvolta molti giorni do-I po essendo i Sacerdoti allora proveduti di più lar-! go stipendio. Taluni in oltre, se qualche testatoli re gli abbia prescielti, col celebre intuita perso-Wnx fanno le stesse Messe supplire con minore stl-Bpendio. Quando poi ammalano dicono di godere il privilegio di due o tre mesi, dei quali riscuotono le rate senza dire la Messa. Se un Mansionario costantemente rinunciasse melioribus pietan-tìis per officiare fedelmente la sua Mansionaria, e se ammalando non avesse altronde modi da potersi mantenere, sarebbe forse tolerabile questa s*utenza. Ma nemmeno essi comporterebbero un Servo, il quale mettesse Uno sostituto qualunque Jpiasi, affin di andare tratto tratto a servir altro padrone per lucro maggiore, quando poi inferman-■dosi pretendesse da essi il suo salario . Udiamo ciò che ordinò il Priuli nel suo dec-reto Sinodale 159;, che pure fu cosa santamente ordinata secondo che decise la Curia , alla quale il Clero con • tanto zelo cercò sempre di ricorrere : Ut illicito-rum lucrorum de medio omnino tollatur occasio , mandamus ut omnes Mansionarias in Ecclesiis nobis qiiomodolibet subjetfis obtiner.tes, atque obtenturi, per se ipsos debita prestare debeant officia , eaque per substitutos sine nostra in scriptis obtenta licenzia , ac sine legitima causa per nos approbanda, falere minime possint . Hoc tamen illis concedentes , xt legi timor tira impedimentorum occasione , ad exì- l,u*m tamen dierum spatiniti, alios idoneos & ap- Q 2 prò-