3 36 Libro Secondo. notare , riportarsi dallo stesso Zamberti in data 1365, 14 Aprile: Testammtum fattum more Imperia post testamentum fattum more Veneto non tenuti ; Casus Tslicolcti Ar ditoni, pag. 148. Ma a p.ig. 180, n. 1384 > si trova contraria sentenza, fatto tertio concilio . Può vedersi lo Statuto lib. 4, c. 1. Ma ritorniamo alle Decime. 609) Scrisse M.r Pietro Polani , che Sua Sig." voleva accordar la materia delle Decime in Due. 6000 all’anno. Gli fu risposto, che con grave pesoi loro i Veneziani , e per mera loro liberata da,-rebberoDuc. 4500, che era gran quantità, e che volendo far il debito era mestieri trovare Due. 90000, (Ciò mostra , cjie allora il prò computà-vasi 5 per 100. ) Fu ordinato all’ Ambasciatore , che quando il Cardinale non volesse a tal somma acconsentire, dovesse ritornarsene. Fermo il Cardinale nella sua sentenza di Due. 6000, fu statuito di più non dargli risposta , e il Polani ri-patriò. 610) Si decretò eziandio, che la porzion decimale del Vescovo fosse posta in Procuratia, e che de cererò la porzione la quale riscotevasi secondo l’ordine dato spettante al Vescovo , fosse consegnata alli Procuratori : che i Vescovi di Venezia potessero riscuoter le decime come solevano, eccetto robe di casa e impnestidi. Fu ancora preso , che i Procuratori de Citra dovessero veder le ragioni delle Decime riscosse dopo nate queste controversie , metter in deposito la porzion Vescovile, e di'mese in mese rivedere i Conti. (Sii) Fu .scritto novellamente agli Oratori in Corte, che instassero appresso il Pontefice per ti tras-