>9 ó Libro Secondo; in Verona, Missas, qua vulgo S. Gregorii dicuntur inccepimus , spiegasi ivi Messa di S. Gregorio esser quella, la quale juxta ritum Gregorianum celebrata. Ma così non s’intende fra noi. Sono propriamente quelle 30 Messe , le quali S. Gregorio il grande nel IF dei Dial. cap. 55, ordinò all’Abbate Soezioso, che fossero celebrate per il Monaco Giusto. Non che avessero un liturgia speziale, ma solo 30 giorni non interrotti celebrarsi dovevano , secondo la Messa occórrente, fosse ciò dallo stesso o più Sacerdoti : nel qual modo diconsi ap-prov 3te,2 ^Ottobre, i<5 2 8,dalla Congregazione dei Riti. Di queste Messe può vedersi Tasqual. de Sacrif.Mis. t. I, quaft. 295., seqq. Siconosce dal Martene, chei Monaci principalmente propagarono cotal divozione. 543 ) Insegnano i Liturgici , che la Messa in diem tertìam , si dice in memoria della Resurrezione del Salvatore ; in diem septimam , per simbo- lo dell’eterno riposo; e in diem tricesirnam, perchè altrettanti giorni fu pianta dal popolo la morte di Aronne. Parlasi del giorno 3, 7^ 30, e 40, t nella Caus. XIII ^q. 2, c. 24, appresso Graziano . Ivi osservano i Correttori Romani leggersi il quarantesimo soltanto in S. Ambrogio, sebbene i Greci osservino frequentemente quel giorno, come alcuhi osservarono altresì il giorno nono . E per ciò che riguarda il quarantesimo, bisogna osservare che il Canone, Quia dii, è preso dall’O-razione del S. Padre in obitu Theodosii, al quale, morto in Milano, 40 giorni dopo si celebrarono i funerali , come Giuseppe aveali celebrati a Giacobbe suo padre, Gen. L, 2. Quindi è che il Quarantesimo , forse anche in memoria del digiuno ter- /