lì Libro Secondo. ritornassero alla soggezione della Metropoli Gra-dense, é ciò ottenne da Carlo Magno. 705) Ma non potèvarìo aver pace i Patriarchi d’Aquileja * Massenzio , promosso a quella Sede l’anno 811, fu quello il quale nell’ 827 contro Venerio di Grado portò ;i quella Chiesa laboriosissime molestie, che già da Orso Patriarca erano state risvegliate fino dall’ 805 circa. Dalle lettere di Lodovico e Lottano recate dall’ Ughelli sì vede, come per ordine augusto la causa fu portata al Pontefice, e che Massenzio non comparì alla presenza del Papa, sebbene Venerio fosse ito a Roma per disputare contro di lui, e ciò perchè sapeva la Sede Apostolica favorire i Prelati Gia-densiì e che finalmente Massenzio impetrò , che si dovesse decidere la lite in un Sinodo da tenersi nella città di Mantoa i 706) Si tenne questo Sinodo l’ahiio 827* che era il quarto di Eugenio lì, a dì 6 Giugno. Statuì quel Concilio, che essendosi fatta la divisione del Patriarcato contro. "Patrum statuto., Massenzio e i suoi successori rientrassero nel possesso dell’ Istria. Se fosse stato innocentemente esposto e la causa della divisione, e il Pallio chiesto da Luitprando per Sereno (n. 697. ), e altre cose da noi esposte di sopra , certamente non avrebbe sentenziato così quel Sinodo, ma la surrezzione, gli carpì quel decreto. 707) Nota il P. Bernardo Maria de Rubeis , che Venerio dissimulò il Decreto del Sinodo Man-toano quando nell’ anno seguente prima della Pasqua, chiese da Gregorio IV, successor di Eugenio , ajuto da quel Pontefice • Ma ciò non sembra