C A P o XI. 19 fkonasciùto ancora dai Pontefici e Imperatori « 716) Aggiugnesi, che a. plurimis conciliis post-todùm decretum confìrmattimque efl , che come Onorato Arcivescovo di Milano per la barbarie Atti-lana erasi ricovrato in Genoà, ma poi finiti quel timori, ritornato esso alla sua Metropoli', Genoa essa pure rientrò nell’ ordine di Suffraganea , e così esser dovesse pure di Grado . Di tutti questi moltissimi Concilj nominasi solo il Mantovano, nè consta di altri, quando non fossero stati Conciliaboli Aquilejesi. La sorte di Milano sarebbe forse stata pari a quella di Aquileja, se ivi pure fosse regnato lo Scisma . *717) Finalmente s’aggiugne, che temendo Andrea Patriarca, che per ia cupidigia e temerità di alcuni non insorgesse di nuovo la medesima questione, aveva egli supplicato per mezzo dello stesso Conte Eberardo all'Imperatore suo padre, come presentemente Teutìmaro a lui supplica, che ie replicate sentenze venissero dell’ Imperiale au-lorità confermate ; locchè nel detto Diploma fece Lodovico essendo in Pavia nell’855, a dì 29 Ot-fcbre . Ma ben si vede che Andrea e Teutìmaro ¡bearono 4’ autorità di Lodovico II, perchè cono-ìvano la debolezza delli loro causa. ^718) Succèsse nella Sede d’ Aquileja circa 1’ 87J Valperto . Il Doge Orso Partiziaco l’anno 880 fece con questo Patriarca Carta di Transazione, la qual(e vedesi nell’Ughelli V, 41 , rapportatavi dal Codice Trevisaneo; ove si dice: Tsl^os luidem Ursus divino fretus auxilio Imperialis Troto-ipatbarias & Veneticorum Dux , promittentes pro-littimus vobis Valperto Rev:n” Ta:‘ Aquilejensi , B 2 ut