Capo XI. 3*3’ come osserva il Muratori , e che ancota passò fra noi. 1135) Nè solamente il genio di fabbricar molte Chiese crebbe allora in Venezia, mi H gusto eziandio, che parecchi a quelle servissero, e che gli inservienti ad esse avessero qualcosa di regolare e Canonico. Allora dunque fu , che 0 nuove Chiese si edificarono con maggior numero de’ Sacerdoti e altri ministri , o questi si Accrebbero alle già edificate , perchè notte e giorno, secondo l’insegnamento di Crodogango , celebrassero i Divini Offizj. Ancora questo fa vedere, che non furono già i Piovani, che si spogliassero del suo per avere in ajuto i Collejj de’ Titolati, ma sib— bene ovvero i nuovi Fondatori, che dotarono le Chiese,con pluralità di ministri, o le Plebi, che volendo accresciuto il numero de’Cherici più lar-mente offrivano Je loro obblazioni, in guisa che ‘ circa il 1420 erano cqgituite ad plebanatum & pres-b'/teros quasi omnes Ecclesia parocbiales civitatis Venetiarum . Corn. V , 117. 1136) E’ vero però, che due o tre Chiese » le quali erano restate addietro , nè da principip avevano curata quella moltiplicità di Ministri , o. non avevano allora potuto procacciarsela, col tempo o indotti i Piovani dal genio di Prelatura , o fosse ancora dalla necessità e volontà de’ Parrocchiani , cedendo del suo, si crearono dei Titolati, come S. Giuliano, S. Apollinare &c. de’quali a suoi luoghi ne parla il Corner. 1137) Circa l’anno 820 il Patriarca Fortunato sembra, che nei Monasterj di Barbena e S. Giu-r liano abbia eretti in vece di Monaci dei Capitoli Tom. IV. Z pres-