Capo XI. 257 fiearono S. Lorenzo e S. Severo, e di quelleChie~ se come erede dispone il Vescovo Orso, Corri. XI, 41, 138 , e così qualch’altro esempio . Si vede però-generalmente , che questo giuspatronato non si calcolò molto: e cresciute le Chiese in numero e grandezza , e conseguentemente cresciuti i dispendi per il loro mantenimento ; come lasciavasi a peso comune dei convicini il contribuir quant' era necessario > così non erano gran fatto solleciti i primi fondatori del gius di Patronato , di cui anzi ben volentieri se ne spogliarono, onde restar immuni da pesi gravissimi. Venne in conseguenza , che l’elezioni dei Prefetti alle Chiese non facendosi più da’ fondatori, si fecero come generalmente si facevano nella Chiesa Cristiana , vuoisi dire Dal Clero coll’ istanza del popolo e confermazione del Vescovo . Ci avverte tuttavia un antico Cronista nella famiglia dei Guglielmi : Tomaso Vieimi di Giambattifla piovano di S. Giovanni in Bragora , e Canonico di S. Marco : perchè allora non si concede-r vano simili dignità, se non a persone nobili e onorate. E veramente fino al Sec. XV, quasi tutti i Piovani trovansi essere di famiglie Conciliari. Ciò facevasi forse perchè quelli erano meglio educati ^ o perchè godevano maggior autorità. 1018) Il Clero nell’elezione del Piovano procurava di condescendere ai voti, istanze e petizioni dei parrocchiani, onde poi nacque il costume, che da essi venissero eletti o a voce ó per voti secreti . Nel 1156 Lunardo Corner offre un terreno per fabbricarvi la Chiesa di S. Matteo in Rialto, che voleva collegiata e soggetta alPatriar-r ea G rade rise , e dice : In qua quoque ordiuabitis Tom. IV. R. pre-