Capo XI. ifri III, J7; Laonde è una maraviglia che il Cosmi abbia scritto che Innocenza III suppone, che la presentazione o nominazione sia fatta dà altri. , che appunto sono i Parrocchiani. Meglio avrebbe forse allegata la Carta del P.a Enrico, che dà il possesso del piovanato di S. Silvestro a Domenico Mi-notto nel 11R2, Corn. Ili, 77, ove si dice: Ele-flionem confirmavit . Sebbene può dirsi fatta dal Clero della Chiesa . Ma allo spirar di quel Secolo XII Egidio Pa.* Grádense nel suo Concilio provinciale dice : Sub anathemate ttm laicis quam clcr ricis prohibemus, ne juramenta vcl patta faciant de eligendo Tafìore . Nel Corner altresì trovansi due decreti del Senato, i quali ordinano chiedersi dalla Curia Romana la confermazióne di due eletti piovani. Uno è del 1338, nel tomo XII, pag■ 168, per S. Paterniano nell’elezione di Pietro Nani, ma nulla più di lui si esprime se non eletti concordi-ttr . L’altro appartiene all’anno 1358, nel tomo XIV, pag. 219, in S. Apollinare per Pre Lodo-ivico , e ivi pure solamente si dice Teflulatiis in plebanum ditta Ecclesia . Come queste guise di dire non possono certamente provare usate in queitem-1 le maniere poscia introdotte nell’ elezioni, così ssono benissimo indicare , che i Convicini nei ecoli XIII, e XIV , avessero parte nell’ elezioni almeno di alcuni piovani. Una Data però chiara e certa della nomina e presentazione dei parrocchiani, hassi nella Cancellarla Castellana del 1432, ed è la più antica a nostra notizia pervenuta, in un paragrafo di una Balla a favor di P. Benedetto Ogni-ben piovano in S. Felice. Ad hujusmodi sic vacantivi pUbanatum per dilettos fìlios ipsius plebis, qua R 3 etiam