Capo XI. 9 Jólìta di Milano. Riconoscevano dunque 1 Pontefici Romani per Patriarchi legittimi quelli, i qua* li creavansi in Grado, se ad essi pure mandavano il Pallio, e davano il titolo di Patriarchi . E sebbene sia credibile, che i Papi non desiderassero molto la divisione in due dì quel Patriarcato , nulla di meno a questa pienamente acconsentirono tosto che il Pallio a istanza di Luitprando fu diretto artcora all’ eletto Aquilejese . Alla qual divisione quel Re d’Italia necessariamente dee dirsi che acconsentisse , se pel suo Sereno egli medesimo richiese il Pallio. Da quando dunque Gregorio II, circa il 713, concesse il Pallio a Sereno Aquilejese, dee ripetersi l’ epoca certa della divisione legittima e autentica in due Patriarcati . 699) Nulla di meno o per dritto o per torto alcuni Prelati Aquilejesi volevano rientrare nella giurisdizione dell’ intiera antica loro Diocesi > e sopra tutto dell' Istria. Sereno'* tosto avuto il Pallio , mosse dissidio a Donato, che in Grado era stato eletto Pa:ca nel 715, sebbene Gregorio nella concessione del Pallio gli avesse vietato d’invadere i dritti del Gradense. Si fece ricorso allo stesso Gregorio II, ed egli scrisse a Sereno, che si contenti dell’ assegnato a S"e, e non invada ciò che al Gradense fu attribuito. Scrisse parimenti il Pontefice al Doge Marcello Tencaiiano, non solamente avvertendolo, che secondo le istanze sue e del suo Comune egli aveva dati ordini precisi all’Aquilejese di contentarsi del suo; ma ancora esortandolo a mettersi in guardia, e stare sulla difesa centro la perfidia dei Longobardi. Rapportano queste lettere il Dandolo , il Baranio, e il