Capo XI. 27? peste mandarono i*loro voti in iscritto per la confermazione , i nomi del quali sono registrati nella Cancellarla Castellana. Sin qui la cosa può dirsi innocente, e giustificarsi col timor della peste ma forse con quell’esempio si aprì il varco, e il corso libero a cotali Viglietti. Si Colle metter freno e ovviare a questo disordine, e il Doge Lu-nardo Loredano impetrò una Bolla da Leone X , in data ,4 Febbràro 1517, nella quale il Pontefice ordina sotto pena di nullità doversi fare l’elezioni dagli Elettori in Capitolo convocati. In die-bus istis■ ntnnulli conyensum a pxrochianis, ut plu-rimum per adulas a singulti singular iter subscriptas , extorquen nituñtur , Comanda dunque, che gli Elettori non possino prestar il loro consenso, se non dum & quando in loco solito congregati fuerint, e questo I in pena della scomunica , oltre la nullità dell’elezione - 1044) Cotesta Bolla diede in questa parte perfetto sistema all’elezioni Plebanizie. Approvò in essa il mòdo commendevole, che i Piovani siano eletti dai Patroni delle Parrocchie, che prima appellati aveva Tarrocchiani : e sebbene non faccia motto della preelezione Capitolare , pure ' questa consuetudine fu alle nostre Chiese perpetuamente I conservata ; per ciò anche dopo la Bolla abbiamo veduto nei Decreti di petizione dejla conferma , Ttrocbiales de more. In fatti l’elezione è sua propria del Capitolo di Chiesa, e il Presbiterio »è il vero, unico e genuino elettore . Ma perchè sempre si usò di contentar il popolo nel dargli un Pastore accetto, così *il diritto che aveva il popolo di dire » ci è, ovvero, non ci è grato il tal CPtimore , passò negli Elettori rappresentanti tutto il S 2 cor-