81 dallo Stato di Ragusa, dagli abitanti della Città, e de Distretti in abitazioni incendiate, nello spoglio degli averi, nelle perdite de’ navigli e de’ loro carichi si può valutare a quatlordeci millìoni di franchi, perdita immensa per una popolazione posta in situazione alpestre, non troppo favorita dai doni della Natura, suffragata soltanto dalle lagrime de' danneggiati, ed amareggiata dalla vista di rovine non ancora riparate . Quantunque tante devastazioni, non necessitate dalle operazioni di Guerra sono successe contro 1’ espressa volontà dei Comandanti la forza armata regolare, che a gente indisciplinata si allrovava unita , pure il fatto non è meno certo e reale, deplorabile nell’ esecuzione, e nelle fatali sue conseguenze per una popolazione docile degna anche in quell’ occasione di maggior riguardo . Fra tutti i mezzi leciti ed onesti, coi quali si alimentò, e crebbe 1’ industria delle differenti popolazioni, può fra i principali annoverarsi quel- lo che addottarono i Ragusei per far godere a tutte le classi degli abitanti i lucri del commercio marittimo, nel quale si resero in varie epoche sì celebri, ed avveduti. L’ agricoltore, la serva, il sarte, il ciabattino, qualunque d’ogni grado, professione ed arte, che formare poteva col risparmio qualunque somma di denaro poteva collocarla in^questo commercio, e la sua utilità era ripartita secondo la qualità delle rispettive azioni, e come 1’ acqua di