4? Alla vista di questi orrori il Conte veneto Santo Contarmi con alcuni nobili che si erano presso di lui rifuggiati stimò bene di abbandonare la città , e di ricovrarsi in Castel nuovo . Il popolo delle Castella e villagi circovicini eh’ era accorso in città premuroso di ponere iti salvo le rapite spoglie , si era di mano in mano allontanato, la città priva del Rettore e de’ principali cittadini rimase senza governo in potere della violenza da cui era dominata . I sediziosi impiegarono ogni premura nel rintracciare 1’ avvocatto D.r Girolamo Gavalà onde sacrificarlo alla loro vendetta. Egli nel primo scoppio del tumulto popolare si era nascosto sotto un tino nella propria cantina. Ogni angolo della sua abitazione venne minutamente perlustrato , e lo stesso tino sotto il quale stava appialato venne tocco, ed alquanto rialzato . La previdenza però che voleva salvi i suoi giorni dispose , eh’ essendosi accuffolato sopra un grosso sasso , che sotto quel recipiente si altrova-va, non venisse osservato. Furono arrestati e posti in prigione 1’ abate don Silvio Dragazzo, Francesco conte Califfi , ed un suo cameriere nativo francese da Boulogne sùr mer. Il giorno snccessivo alla venuta del conte veneto alle Castella, essendosi egli assicurato delle buone disposizioni della maggior parte de’ castellani, ed essendo stato assicurato, che la città comandata da Vincenzo Madirazza. e da Antonio Radich