Francesco pai.i. 140 Vediamo l’esercito nemico comparire quasi all’improvviso. La città è in preda allo spavento; si prendono febbrili provvedimenti per fortificarla, mentre villaggi in fiamme indicano dal Settentrione l’avvicinarsi dei Turchi. Et ecco ch’in un tratto si cominciò a metter sozzopra ogni cosa, a fuggire, a tremare, e i contadini, abbandonando i campi, a ritirarsi parte con tutta la roba loro ai luoghi marini e sicuri, e parte a correre alla città, portando la nuova che i Turchi erano già vicini, che liavevano dato il guasto a tutto il paese, abbracciato le case et presi molti armenti insieme con gli liuomini, percioch’essi in due dì have-vano messo ogni cosa a ferro e a fuoco »J. Il 14 maggio già troviamo il nemico nei suburbi di Scutari circondata2. Si inizia un violento bombardamento 3. Seguono poi assalti che costano ai Turchi migliaia di caduti 4. L’esercito nemico però è troppo numeroso : i dintorni della città biancheggiano per l’infinita copia dei padiglioni, come se fossero coperti dalla neve 5. Bisognava trovarsi sulle mura ad osservare i nemici per dipingere scene così plastiche come fece il Sacerdote in questo lavoro. A proposito dei preparativi per un assalto generale, che ha luogo il 22 luglio 1478, egli descrive l’agitazione in cui è il campo turco : si vedono militi che corrono qua e là, offrendo lo spettacolo d’un formicaio ; d’altra parte, « i capitani usciti dal padiglione del signore [= sultano] salirono sul Monte Bassà, a considerare il sito della terra, proponendo tra loro il modo, che si dovesse tenere per espugnarla »8. In altro luogo, nella Storia di Scan-derbeg, l’autore ricorda, pieno di commozione, quei tempi, in cui egli e i suoi compatrioti sentirono, stando sopra le mura, i 1 Bari.Ezio, De Scodr. obs., II, 238; traduzione del Sansovir.o, ¡Ustoria univ., ed. del 1573, £. 306. a Barlezio, Ibid., 238 V. 3 Ibid., 243. * Ibid., II, 249, 253—254, 260—262 v. 4 Ibid., II, 243 y. Cf. Sabeluco, Historiae, d. Ili, l.X, 972. I, edizione principe di quest’opera venne pubblicata nel maggio 1487 a Venezia (SabelUco, Decades, alla fine). b Barlezio, ibid., II, 252—252 v. ; trad. del Sansovino, 316.