179 LE FONTI DEL BARLEZIO 45 Niccolò Moneta e soprattutto il P. Bartolomeo, appartenente anche egli al clero, e così potè ottenere da essi molte informazioni concernenti la vita e i fatti dell’Eroe. Non è neppure escluso che abbia conosciuto direttamente i sopraccennati fratelli Humoi e Vulcatan. Ecco quindi quelli o alcuni di quelli, le cui notizie sembra che fossero adoperate dal Barlezio. Egli si poteva valere dunque di relazioni orali di gran pregio. Queste fonti però, appunto per il loro carattere orale, trattandosi dei ricordi di varie persone che non sempre concordano, ci offrono spesso divergenze, anzitutto intorno al numero delle truppe combattenti1. Il Sacerdote è diligente nel notare le opinioni diverse e qualche volta con-tradittorie, ora per lasciarle senza nessun commento, ora per accettarne qualcuna, ora per non ammetterne veruna, allorché gli sembra inverosimile. Per esempio, alcuni dicono che Scanderbeg, portò da Croia sotto la città di Petrella macchine d’assedio per incuter paura agli abitanti e spingerli alla resa. Altri negano ciò. IyO scrittore, tenendo conto che quando si circondò la città era inverno e quindi le comunicazioni erano difficili a causa del gelo, è propenso per quest’ultima opinione2. In altro luogo gli sembrano verosimili due versioni differenti sullo stesso argomento. Infatti, alcuni asseriscono che i Croiani, durante l’assedio diventare Religioso. Non sappiamo a quale Ordine appartenesse, poiché il Barlezio prima lo menziona quale domenicano (l. c.) e poi lo presenta — come egli era in realtà — francescano, (ibid., II, 257). P. Bartolomeo, secondo un documento, si chiamava « di Venezia ». Il 3 giugno 1466 ricevette ad Aversa dalla Tesoreria reale 15 ducati, che egli trasmise « per l’illustrissimo Scanderbeg al S. Padre pel fatto del Turco » (Barone, Le cedole, 212). Questo Religioso si distinse insieme col confratello Paolo d’Ematia nell’assedio scutarino del 1478 (GEGAJ, 153 n. 4). 1 Hist., Ili, 33 v., IV, 49, X, 125, ecc. Però ci sono esempi in cui gli informatori del Sacerdote erano concordi anche riguardo alla statistica. Così intorno alla perdita di 30.000 uomini subita da Murad II all’assedio di Sfetigrad, (ibid., V, 65), poi al numero di 160.000 soldati, quanti ne avrebbe condotto lo stesso nella seconda spedizione in Albania (VI, 71), mentre il Castriota non avrebbe avuto se non 8.000 uomini (ibid.). 2 Hist., I, 11; Cf. altri esempi della stessa sorte, ibid., II, 27 v., VI, 69 v.