26 FRANCESCO PAU, sono collegate tra di loro per mezzo di argomenta, che riassumono gli avvenimenti narrati. Nel 1709 il P. Jean-Nicolas Duponcet stampò a Parigi una Histoire de Scanderbeg, roy d’Albanie. Il suo pensiero era di offrire un adattamento della Storia del Castriota « d’une manière plus conforme au gout et au genie de nòtre siècle », omettendo alcune descrizioni e digressioni da lui giudicate troppo noiose, e ponendo invece informazioni attinte da altre fonti1. Egli scrisse servendosi ugualmente del libro del Lavardin. Il lavoro di Giovanni Baila: ’Emro/ur) rfjQ 'IoroQÌag rewQyiov tov KaoTQiÓTov, tov ¿novo/uaodévxoQ SxevTÉQfiJiey, fiaou.écog rfj; ’Aifiaviag, ueracponoOmoa èx tov rallixov, stampato a Mosca nel 18122, con l’aggiunta d’un catalogo dei sultani turchi fatto da Eugenio Bulgari, è la versione di un, non sappiamo quale, adattamento francese del Barlezio, completato in qualche parte con il suddetto « Commentario de le cose de’ Turchi e del S. Scanderbeg »3. Il Baila a sua volta, è stato tradotto nel 1820, in italiano da Andrea Papadopulo — Vretò4, e in romeno dal serdar I. Bilciu-rescu (sul frontispizio del libro: Bilcirescu). Questa versione romena si stampò a Bucarest, nel 1847, con il titolo: Prescurtare din istoria lui Geòrgie Castriotul, numit Scenderbei, printul Albaniei5. Basandosi sul libro del Barlezio, pubblicò Jovan Popovic a Buda, nel 1828, la sua ¿ivo?k i vitezka voevanja slavng-k kneza 1 Prefazione. Questo libro fu ristampato a I.iegi nel 1854 (PÉTro-VITCH, 114). • 2 Papadopui.o-Vretò, Correzioni, 26. 3 Per esempio, le notizie intorno alla visita di Scanderbeg a Roma e al massacro della popolazione di Chidna ( Papa 1 iopulo-VretO, Compendio, II, 175, 177—178) sono attinte da quest’ultima fonte. 4 Compendio dell'istoria di Giorgio Castriotto soprannominato Scanderbeg, principe dell’Albania. 5 In due tomi. La seconda edizione venne in luce nel 1858 (Iarcu, An. Bibl., 57). Il picot credette a torto che la traduzione del Bilciurescu fosse fatta sul testo del Duponcet (Revue Critique, XVI, 1882, p. 408).