zbò Librò Primò. 1556. Michiel Alberegnonella sua Cron. Ms. Sv. pag’ 378, dopo aver portati i prezzi del tempo della guerra di Chioggia , soggiugne per memoria , che in detto anno, in cui egli scriveva, le stesse cose erano allo stesso prezzo senza guerra e disgrazie. iy6j, Gennaro. „ Nevicò 3 giorni: seguì fred-,, do , che gelò i Canali. A dì 6 Ottobre principiò ,, grandissima Carestia de’ viveri, che già anche pri-j, ma eransi fatti sentir molto gravi . Il pane so-„ pratutto mancò . Il vino si vendette L. i al „ secchio , e l’olio due ducati al miro : le le-„ gna L. 5 al carro con difficoltà e cattive . I „ Fondachi non avevano farina, nè pane i pisto-„ ri , sicché per 4 giorni non fu possibile comprar-„ ne . La Sign. fece metter nelle Panaterie di „ Rialto e S. Marco il biscotto della munizione a „ 7 bezzi la lira, enelli fondachi da 50 fino a 100 „ stara di farina pubblica al giorno . Era tanto 3, l’affollamento di chi voleva comprare , che li ,, Capitani del C. X. dovevano stare con uomini „ sili fondachi , e un Nobile per guardia affin ,, d’evitar i disordini. Principiava già il popolo a ,, tumultuare , e conyeniva di notte fare scaricar „ il poco di farina, che mandavasi ai fondachi di „ Rialto e S. Marco . Non se ne dava , che una „ quarta per uno , ed era tanta la calca, che con-„ veniva tener chiuse le porte dei fondachi , e „ lasciar entrar le persone a poco a poco , acciò j, non si soffocassero . Mettevasi farina di mìglio a L. 12 al staro: quella di fomento a L, 17,12, „ quella di segala L. 16,12, e quella di fava a ,, L. 14,8. Così cercavasi di mantener i fonda-3j chi; ma chi voleva farina , doveva ricever al