L ì B R 0 P R I M Oi * CAPO XIII, Degli Impresti di. 661 ) Debbe esser cosa posra fuori di contro* versia , che tutti al principio della Rep. contribuissero parte delle loro facoltà al Pubblico per le utilità e necessità comuni . Troviamo nominate negli Scrittori nostri Decime , Rfpatirì , Legna * Carni, Martori, Galline, Lino ec. cose tutte pagate al Pubblicò dalle popolazióni soggette ai Tri* buni e primi Dogi nostri. 66z) All’Occorrenze però , e furono esse ben frequenti, di armare naviglj contro i vicini, i Na* jrentani Pirati ed altri Corsari , o contro i comuni nemici , non leggiamo , che in quegli antichissimi tempi ciò si facesse a pubbliche spese : solo si trovano Irtipóste al popolo da essi governato , lo che mostra che la Nazione non avea avuto allora pecùlio proprio per tali urgenze ; ma tutti all’ uopo contribuivano a tenor delle loro facoltà , e degli occorrenti bisogni. 66 3 ) Principiarono assai per tempo le confisca-zioni de’ beni de’ rei ; e da quel tempo si vede , che non mancavano fondi nazionali per le pubbliche spese . Dee dirsi , che ai sudditi s’imponesse allora qualche gabella e gravame, e come essi dicevano ^Angaria , dalla quale bisogna credere non immuni nemmeno gli Ecclesiastici. 664) Il Sandi II, 418, e III, 717, confessa di non avere trovata gravezza anteriore agli Impre-itidi ; ma pure noi abbiamo certo Documento nel Codi-