Capo XII. 17 no a nostra moneta soldi 1436,4,cioè L. 71,16, 4. Moltiplicando dunque per 160 si hanno lire 11490, 13,4, ovvero Due. effettivi 1436, lire z, sol. 13, pie- 4: e ciò sarebbe quello che il Partecipazio lasciò a S. Ilario . Ma per quei tempi io credo questa somma troppo esorbitante . Come i soldi allora erano d’argento , così le lire formate da soldi dicevansi esse pure Lire d’argento . A norma dunque del valor primigenio del Zecchino io credo , che L. 160 d’argento lo siano de’grossi ordinanj j e facciano Zecchini 80 : quantità certamente più probabile, e meno soggetta alle Ipotesi de’ valori. 50S Libra denariorum . Per lo più non suona altro che lira di moneta, e ciò per opposizione alla libbra di peso. SI dicono ancora oggidì Lire de' pìccoli, ne‘qyali si risolvono finalmente tutte le monete, e diconsi pure Bagattini e Danari. Una Carta del 1048 ,• presso il Zanetti Mon. Venet. p. 7, tiene : Libras denariorum trecentas . Pure i Danari furono la più antica moneta Veneziana , la quale altro nome non aveva se non il comune a uso dei Romani. Dicevansi esmerati > cioè purgati di lega fina, quando non avevano che 40, o al più (Sodi peggio per Marca , voce tratta dal verbo greco escmicho , purgare , o più veramente da semer voce I orientale , che significa la feccia , e dalla ex de’ \ latini , quasi purgati dalle feccie , sebbene il du Cange scrive Exmerare , e il deriva da merus , TUro, mondo. Nel Zanetti sopralodato Orig. jirt. P- 73, portasi una Carta del 1079 , in cui si dir ■ ce : Libra centum oftoginta denariorum exmeratorum de Venetiis . Pesavano nei secoli IX, X, e XI, Tom, II, B se-