Capo XIII. 95 quibus percipere & habere possìt libras quinque grnssorum in anno in perpetuum, & provìsum sit modo, quod hoc promitti non poteft, ne perpetuo sint imprestita > nec etiam sit Commune solittim 0-bligare se alieni in perpetuum, capta fuit pars &c. come nel Corn. IV, 198. Bisogna dunque attendere alla natura e indole degli Imprestici, e alla mente e praticato del Pubblico e non alle formule materiali introdotte negli atti da’ Notaj di perpetuità, le quali nulla di più significano se non tempo futuro indeterminato nella sua durazione, ma obbligatorio finché duri. 699) Segue poi lo stessp Marchiò Marcello a informarci sulla storia dei Monti. Bisognando allx Rep. danari per guerre & altre spese eccessive, & kavendo levata la forma detta di sopra di tuor imprestante , e di far più Libro delle Fattioni alli Sig.' Trov.' di Commun, ma il tutto portato alli Sig.1 X Savii, & fatta nova descrittion della Città tutta, & de beni stabilì in essa, ( n. 361. ) fuori, Fondi, Capitali d’ ogni sorte, Merci & altro bavere , erano state pofle & impofle le X.mt di X per cento sopra le intrude & rendite della facoltà di cadauno (n. 693.) etiam poi delle indujìrie & civanzi delle Intrude, fu pofto & impoflo le Tan-se che sono circa quaso un altra Decima . Le quali ambe gravezze universali sopra tutti li bagnanti nella Città & Dogado, et de cui bavevam beni et hanno descritti a detti Sig' X Savii, chiamati a fuoco Venezian, etiam non vi habitino le persone, ogni anno sono tenuti pagarle, secondo le forme formate che anco al dì di hoggi si servano, secondo anco però che il Senato ordinavano con sue ‘Par-