£ a t a XIV. §. XII» Compagnie della Calza 4 §40) Amarono sempre i nostri Maggióri Unirsi in compagnie. Da questo princìpio dobbiamo noi riconoscere l’origine delli nostri Convicinati , e delle nostre Contrade. Codesto carattere si riscontra più particolarmente nei nostri Nobili, i quali essi pure in Compagnie si unirono tra l’altre cose , e per rendere più pompose le feste , gli spettacoli, o altre giullerie e divertimenti, a’quali la Città fu sempre inclinata , e a fine ancora di comportare più leggermente le spese necessarie da farsi > e rendere più cospicua la magnificenza della Veneta Nazione. 84t ) Nei più rimoti secoli, bisogna confessar- lo , nei plebei non meno, che nei Nobili, regnava non so che di ferino e barbaro . Circa l’anno 8oo, come per noi fu scritto (1^ 130) facevasì per trastullo quella spezie di guerra dalie persone civili, la quale consisteva nel battersi con canne d’india, ed era sostenuta dalle due fazioni, una degli Eracleani, l’altra degli Isolani . Successe la guerra dei Pugni propria della plebe, che più lungamente conservò il suo barbarico . Conservossi questa fino al secolo presente, oggidì estinta in tutto, come fu pure scritto nel medesimo luogo, ne altro più resta d’antico , se non le così dette Forze d’Ercole , e non so quali altre reliquie d antigenfo nelle plebi generalmente de’ Nicolotti e Castellani. S4O