68 Libro Primo. conseguentemente il soldo ne valeva 2 i . Si molti-' plichino 124 per iy, e si hanno soldi precisamente 272 y , senza dettraer il quarto , essendo quel Ducato a fino. La differenza dal fino è soldi 3 , che debbono assegnarsi al monetaggio. 638) Nel 1561 il Due. d’argento da L. 6,4,pe~ sava Kar. 154, peggio 6o, onde la sua Marca restava di fino Kar. 1092, ed esso aveape 145 \ Jy ovvero 14^ prossimamente, i quali al prezzo di piccoli 20 v l’uno, vagliono soldi 2 51,5. Il soldo valeva allora 2 4 prendendo il Zecchino a L. 8. Moltiplicati 124 per 2 * risultano soldi 341, da’quali levando 85 y , ovvero prendendone tre quarti , restano soldi 255,9, c°ll3 diff. di sol. 4,4, pel monetaggio . 639) Nel 15 88 sotto il Doge Cìgogna si ridusse quel Ducato a Kar. 129 circa di fino , ritenuto il valore di L. 6,4. Qui bisogna prima osservare ciò che scrive il Cronista del Carli I, 437 dei tempi di quel Doge, il quale fu eletto nel 1585, e visse anni dieci : Nel tempo del detto Sereni ss:“ Triti-’ (ipe il Zecchino è andato sempre e cresciuto dalle ¿.9,12, fino alle L. 10,14, crescendo a do soldiper volta, vedendo il Senato esser gran danno, che così crescesse. Valeva in ragion di fino soldi 222. Possiamo dunque noi in quella sfrenata confusione computar il Zecchino L. 9,6, giacché 9 ne valeva nel IJ84: così un soldo valendone 2 » >, i soldi 124 del Ducato ne vagliono 295 > ; da’quali levato il quarto > restano sòldi 220. Ma io amerei meglio supporre, che siasi ragguagliato al valor di L. 9,2, del Zecchino» perchè così si hanno soldi 224 circa» $ qpindf restano ? soldi per }a Zecca,