34<5 Libro Secondo* do Zen leggeva il nome d’Innocenzo , sicché non può esservi errore degli amanuensi. Innocenzo poi era Albano di patria, non Aponense : ma 1’ architetto di questo Monumento o lesse Aponus per Alba-nus, o volle decorare il suo Abano . Tutto questo però dimostra uno Scritto di data assai recente. 27) Verso il 402, e come il Monumento vuole, verso il 412, o 413, Alarico avendo saccheggiate e messe a ferro e fuoco le provincie dell’ Italia , trattò in simil guisa la Città di Padoa * Come dunque può dirsi, Regno Tatavinensium felle iter & copiose fiorente ? senza notare , che in Padoa non eravi allora Regno, ma apparteneva al Rom. Impero . E come ancora poteva Padoa tener pronta in Rialto una flotta/’ O come sognare tal cosa , se i Barbari non avevano nemmeno un battello ? Che più ? Onorio trionfò de’ Barbari nel 417. I Gotti con esso debellarono gli Alani e i Vandali nella Spagna , sicché in premio ebbero certa parte della Gallia. L’architetto per ciò pose erroneamente i Gotti e Alarico in vecedimet-' tere Aula e gli Unni. In quel tempo non vi erano movimenti nelle parti australi e occidentali : la Francia, la Spagna e l’Italia erano quiete . Arila poi nel 411 era al più garzoncello , nè molestò l’Italia prima del 451. Tutto qui dunque è sconvolgimento e anacronismi . Come poterono decretare , che la novella Città fosse chiamata Ve~ netia, nome non usurpato in tal senso se non pa-, recchi secoli dopo ? 28) Perchè però il dramma avesse tutti i necessari personaggi , non si mancò d’infantare un Diploma di Arcadio, che imperò dal 395 fino al Maggio