Ottimo sembra a tal bne l'esempio, ancora di schietta derivazione trecen~ tesca, olferto dal noto ciclo di alfreschi che Spinello Aretino, ormai a termine della propria operosita, compiva per il Palazzo Pubblico di Siena attorno al 1406: ma solo in parte di propria mano; lasciando invece ch~, ·sui suoi di­ segni ed indicazioni, l'opera fosse condotta da Betto di Benedetto. Tali alfreschi ricordano le gesta, più o meno storicamente di valore po­sitivo, ma per altre ragioni assai es.altate. non solo dei Veneziani, ma anche dei Senesi per la parte che vi ebbe Alessandro III. E, piuprecisamente, per quanto ci interessa, il vasto episodio navale del combattimento presso Capo Salvore, dove cadeva nelle mani dei Veneziani Ottone bglio di Barbarossa: ampia ed animata scena in cui, anche se l'arte di Spinello coglie con soverchia analisi e, come sopra un sol piano, schiera senza alcun rapporto prospettico i diversi episodi della guerresca vicenda, si ha la ventura di trovare, se non in­terpretato con acuto sentimento marinaresco, certo debnito con diligenza, lo schema della caratteristica polireme mediterranea, che ela galera (bgure 30-31). Vale percio la pena di distinguerne i principali elementi. Galere di li­berta, anzitutto: non infamate, voglio dire, da quella vera maledizione che divennero le galere forzate, con cui l'Europa cristiana, anche per bisogno e per ritorsione, fu indotta ad imitare il triste esempio della marineria mussul­mana. Il galeotto elibero ed armato come un soldato che da l'opera propria per sentimento d'onore e pèr una causa comune; non seminudo, prigioniero, incatenato al banco sotto la sferza del!' aguzzino, ad arrancare anche contro i propri fratelli, o privo comunque di dignita umana. Non appare, insomma, ancora che il motore . umano essenziale della galera, libero a talento del ca-: pitano, fosse costituito da quella ciurma di disperati che d.isonoravano ·per sempre il nome di galeotto. Disonore di molti secoli, di cui Venezia, orgo­gliosa delle galere volontarie o di liberta, bore e nerbo della sua flotta, cerco di macchiarsi meno degli altri. Cio eevidente tanto nella squadra di Ottone, come In quella dei Vene­ziani' che s'urtano e s'incontrano: distinte, più che nella struttura del tutto simile; dàlle decot:azioni della camera di poppa e dalle insegne dei pavesi, che i combattenti hanno impugnato nel corpo a corpo dehnitivo della mischia, to­gliendoli dalI; impavesata; cioè dalla mobile cintura corazzata di scudi che difendeva ed ornava ad un tempo le navi in genere e le galere in ispecie: ta­