128 Libro Primo. chiel Balbo avendo chiesto ajuto dai Veneziani con« tro i Mori della Sicilia , abbia loro donata quella Cattedra, che tolta aveva ai Maomettani, aggiuntavi la Greca favola , che fòsse quella di S. Pietro Antiochena . Finalmente egli conghiettura , che appartenesse all’ Emh EiKibìr , cioè al gran Signore Ibraim Halbi o Adalcami, Imp. de’Mori nella Sicilia. Il Montfaucon nel suo Itinerario Italiano Cap. IX veramente non sa persuadersi , che gli Impp. Eraclio e Michiele abbiano potuto così agevolmen*-te privare i loro Stati di due Cattedre Apostoliche , se tali le avessero credute. Io pure credo , che 1' Interpretazione Tichsiana sia la migliore e la più vera: nè tuttavia mi persuado, che quella Cattedra appartenga a qualche Principe Musulamano . Io imagino che sia una Cattedra Episcopale, sapendosi che in molti luoghi erano di pietra, e che fosse veramente in Antiochia , e che si dicesse di S. Pietro , perchè cioè ivi egli per alcun tempo tenne il suo Episcopato, non altrimenti che quell’ altra detta di S. Marco . I Cristiani antichi erano usati di attribuire agli Apostoli stessi ciò che era fatto dai loro successori nelle Chiese Apostoliche . Quante fiate non leggiamo, che S. Pietro fondò questa o quell’ altra Chiesa, perchè i Pontefici anticamente vi mandarono dei Predicatori a convertir quelle nazioni ? Concedo, che quelle maniere di dire siano del genio Arabico, come lo stessoTychsen confessa, anzi concedo, che quasi le stesse parole s’incontrino nell’ Al-korano . E che per questo ? Io chiedo , se il Monaco Sergio o Maometto stesso autori di quel libro abbiano essi inventate quelle guise di parlare , oppure se essendo già volgarmente in corso e del