Capo VI:	i<Sj
zelo e impegno , col quale i Veneti cercavano dt mantenere a più non posso la loro innata libertà. Scrive egli dunque di Alessandro : Taphlagoniam in-trat. buie junffi erarit Heneti, linde quidam Vene-toi trahere originem credunt : omnisque ime regio pa-ruit Regi, datisque obsidibus , tributimi, quod ne *3*ersis quidem tulissent, pendere ne cogerentur impetrarmi . Erano dunque così intestati i Veneti della loro libertà , che avrebbero piuttosto perduta !a vita anzi che pagare tributo allo stesso Re della Persia tanto formidabile ai Greci medesimi . L’ avere poi dato ostaggi, e 1’ essere stati assolti dai pagare tributo, e il vedere che Curzio nulla dice di resistenza fatta dagli Eneti all’armi Macedoniche, danno chiaramente a divedere,- che i Veneti è Pafkgoni si siano sottomessi ad Alessandro piuttosto come amici e alleati, che .come sudditi.
   177)	Dacché gli Eneti si stanziarono nelle regioni circomjpadane e luoghi vicini , acquistarono l’impero del mare , e fabbricarono in una lingua di terra della palude Padusa , come pensa il Trivisano pag. 10, la famosa città di' Spina , che in orientale favella significa appunto la J^ave , co! nome stesso della città indicando e l’indole loro'mercantesca , e la padronanza del mare. Questa' città, dice Strabene l. 5 , era al mare vicina , & apud quam erat maris imperium . Questo dominio mostra abbastanza , che gli Eneti mutando sedi non mutarono ingegno , anzi portarono seco e fecero valere eziandio nell’antica Venezia la inclinazione loro alla propria libertà.
   178)	Anni 400 incirca prima dell’Era Cristiana ? i G&Ui Senoni assediarono Roma .- I Veneti
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