i66 Libro Primo,' entrati nelle loro terre necessitarono Brenno con* dottier Gallo ad accomodarsi coi Romani e abbandonare l’assedio del Campidoglio , come narra Polibio lib. 2 , p• io®. Così i Veneti liberi procacciarono ai Romani stessi la libertà. Anzi Strabone afferma: Cenomani autem & Veneti & ante Anni-bali s bellum auxilia Romani s tulerunt. Dacché Annibaie , superate l’Alpi, penetrò nell’ Italia , le Nazioni tutte di questa provincia o seguirono il partito dei Cartaginesi , o cadauna cercò di nacqui- a stare la propria libertà perduta, e scuotere il giogo Romano. Pure tuttavia vediamo, che i Veneti si ritrovarono nella famosa battaglia di Canne, come abbiamo da Silio e Lucano. Se fossero stati allora sudditi, avrebbero essi pure scosso il giogo . Erano dunque soltanto amici dei Romani, i quali sostenevano a costo di tanti pericoli, o perché prevedessero l’incremento di quel popolo , il quale non favorito da essi avrebbe potuto un giorno opprimerli , o perchè temessero di perdere la libertà , se Cartagine fosse divenuta Signora dell’ Italia • 179) Cresciuto poi in immenso l’impero Romano , e circondata la Venezia da tante Nazioni 1 suddite di quel popolo , i Veneti ancora riconobbero in qualche modo la Romana potenza per buona politica , ma allo incirca conte- bggidì le Reggenze della Barbaria riconoscono l’impero della Porta. Nè i Fasti Capitolini o Trionfali, come osservano il Maffei e il Filiasi, nè alcun altro Storico o monumento insegna, che i Veneti dai Ro^ mani siano stati per guerra sottomessi. Laonde il Sigonio De ant. jur. Ital. L 1 , c. 25, dice : Quo tempore Veneti a Romanis vitti , aut omnino bello vi-■>