Capo XII. 373 sì legge in Frattus pag. 153. Capta fuit pars, quod Ducatus aureus debeat currere in Venet Ut <&■ ejus difìriffit prò solidis 40 ad grossos, cioè de’ grossi ordinarj i come si è veduto di sopra. 469) L’attestato del Bergantin tratto dai pubblici libri, dicendoci, che i pagamenti facevansi o dando 60 soldi, ovvero un Zecchino, mostra ad evidenza, che i 40 soldi ¿e grossi ordinar) e-rano eguali a 60 de’piccoli. Per tanto i grossi ordinarj si oppongono, come vedremo, ai grossi d’Imprestidi, e quindi rileviamo, ‘che eravi doppia sorte di moneta grossa in Venezia, l’ordinaria e reale, e quella di conteggio soltanto, un soldo della quale valeva mezzo Zecchino. Della prima sorte si parla io credo in questo documento nel Cod. del Piov. del 1282, in cui Egidio Vescovo di Torcello affitta cert’acqua a Giacomo Sabadino per lire dcnariorum Venecialium septeta, che poi l’anno seguente 1283 riaffitta ad altri con obbligo di pagargli ogni anno Solidos denariorum Venc-cialium grossorum novem : itera qualibet die Quadragesime tantum piscerà qui valeat denarios 4. Item quolibet die Veneris piscem a sex denariis in susum . In festo S. Micbadis buratelos jo. 470) Se dunque il Zecchino valeva o soldi 60 de’ piccoli, o 40 de’ grossi, ne segue, che la ragione della moneta fosse tale, che la grossa era ~maggiore della piccola, e però stavano come x a-j essendo 1 : i. = 40: 60 in proporzione . Quindi facilmente si cambiano tra di loro: perchè a fin di cambiare v. g. 10 lire di grossi in lire de’ piccoli basterà moltiplicarle per 3 , e di- A a 3 vìdei