35° Libro Primo. 429) La più vecchia Carta appresso il Lupi nei suoi Monumenti della Chiesa Bergomense , la quale porti gli anni di N. S. è in data dell’883 , di Carlo III. Il Papebrochio e il Mabillon reputano sospetti quasi tutti i monumenti così contrassegnati prima di Carlo il Grosso, non essendosi ciò usato negli Stròmenti , Carte private e pubbliche nell’Italia , se non longe serius , e al finir del Sec. X. Ma dopo la morte di Corrado succeduta nel 1039, l’uso invalse generalmente . Noi troviamo alcuni diplomi dei nostri Dogi , i quali in un coll’anno del Salvatore portano altresì gli anni dell'imperatore . Tal è quello che si legge nel Corner VITI, 205, di Tribun Memo, il quale fa certa donazione al Monastero di S. Giorgio Maggiore : Anno ab Incarnatimi ejusdcm lledcmpt. nostri nongenttsimo oftuagesimo secundo , Imperantibus Do-minis nostris Vassilio & Constantino fratribus &c. Anno autein imperii eorumiem post obitum Jobannis Cimiscbi mdecimo , mensis Deccmb. die 20, Ind. XI. Hivoalti . Bisogna conceder al vecchio costume questa consuetudine di notare gli anni degli Impp. in un con quelli di Cristo , quando anche non si voglia asserire , che il Prete Geremia , il quale rogò quell’Atto , fosse allievo di qualche Greco da cui avesse imparato quelle formule. Nulla per tanto la sequela d’ un vecchio costume pregiudica alla Veneta libertà in questa parte , siccome non resta offesa dìi Domini nostri, termine di rispetto, che oggidì pure dassi al Pontefice senza pregiudizio del proprio Dominio. 430) L’anno ab Incarnatione aveva propriamente il suo incomincumento dal dì ottavo alle Ca-