t7¿ Libro* Primo: jure Rèipublictc , sed jure privato loquor . Questo stesso diritto il Senato e popolo Rom. fece valere quante le volte aprivasi opportuna occasione . E però Scrive Paolo Diacono FI, 214: Statuii que Top. Rom. ne kteretici Impercttoris nomen , aut cbar-tas, aut figurdm solidi susciperent . E se non fossero stati dissuasi dal Pontefice Gregorio secondo , Exercitus Ravenna & Venetiamm Imperato-rem super se constituere fuissent aggressi. Può qui vedérsi la Diss. 5 6 del Muratori . Carlo Magno medesimo era tanto di ciò persuaso, che pose nel Suo' sigillo : Renovatio Romani Imperii. Roma. 186) Non fia dunque maraviglia, se i Veneti in quelle immense rivoluzioni , conscj della loro Signoria come Cittadini Romani , estinto principalmente in Augustòlo l’Impero occidentale non sovvenuti dagli Imp. di Oriente , attendessero a’i loro interesse, conservando iti se. la Veneta e Re*-mana libertà, e vindicarido Se stessi da quel barbaro giogo che Gòti , e Longobardi aveana imposto a tante Romane provinole. Sapevano ciò che ZosimO racconta' nel líb. V , che cioè Alarico chiedeva da Onorio di venire stanziato co’ suoi nelle due Venezie , nei Norici e nella Dalmazia . Queste pretensioni del Barbaro spaventavano i Veneti , e perchè niente di tale mai loro accadesse per la debolezza degli Imperatori , cercarono essi di mantenere e assicurare la propria libertà ¡ nel che niente fecero , che non fosse stato perpetua-mente carattere della loro indole. 187) E qui per curiosa soddisfazione dei Leggitori voglio produr un Privilegio, il quale dicesi concesso da Alessandro il (¿rande alla Nazione de- g11